Napoli, 13 giugno 2011 – Un allenatore molto attivo nel campionato di calcio spagnolo, ma anche qualche professionista della Liga. Parla sempre di più spagnolo l’inchiesta sul clan D’Alessandro e sulle presunte collusioni tra camorra e mondo delle scommesse. Tracce significative portano in Spagna, dove alcuni prestanome del boss avrebbero avuto la forza di intrecciare rapporti con professionisti del calcio iberico, riuscendo ad entrare in contatto con giocatori, che in passato hanno avuto relazioni con club italiani, e con un allenatore. Tracce significative, un lavoro condotto per mesi sotto copertura e l’analisi dati statistici. Ma non è tutto: c’è anche il racconto di alcuni testimoni, il contributo di esperti del funzionamento delle scommesse on line. Eccola l’inchiesta sulla camorra stabiese, quella che promette colpi di scena a stretto giro. E restano una trentina di partite sotto i riflettori. Ma il numero potrebbe cambiare anche grazie agli ultimi elementi acquisiti nel corso delle ultime ore, con il lungo esame di un testimone non nuovo ai magistrati napoletani. Resta alta poi l’attenzione sul fenomeno scommesse, anche da parte del pool anticamorra dell’aggiunto Sandro Pennasilico, che sta indagando sul pressing del clan Lo Russo e degli scissionisti sul mondo del pallone a Napoli. Escluso, però, un coinvolgimento della società di De Laurentiis, come confermato dal procuratore Lepore. Anche se il capo della squadra Mobile Pisani, ha rilanciato sull’attenzione da dedicare alla presenza di boss o affiliati in tribuna o anche a bordo campo, come nel caso di Antonio Lo Russo, che con un semplice pass ha assistito a tutte le gare interne degli azzurri, senza mai essere scoperto dalle forze dell’ordine.
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